Erba alta e zanzare : quando il verde diventa un problema

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C’è un’immagine ricorrente nelle nostre città e nei nostri paesi con l’arrivo della bella stagione: parchi pubblici dove l’erba supera le ginocchia e marciapiedi ormai fagocitati da ciuffi di verde ribelle.

Alcuni la chiamano “rinaturalizzazione”, altri “risparmio sul decoro urbano” ma dietro la mancata manutenzione del verde pubblico si nasconde un problema ben più insidioso: la proliferazione di zanzare e insetti, con tutto ciò che ne consegue in termini di fastidio, impatto sulla qualità della vita e rischio sanitario.

L’erba alta, infatti, non è solo una questione di estetica, è un ecosistema perfetto per insetti infestanti, un invito a nozze per zanzare e zecche.

L’habitat perfetto

Le zanzare, così come molti altri insetti infestanti, hanno bisogno di alcune condizioni fondamentali per vivere e riprodursi:

  • Ombra e umidità (che rallentano l’evaporazione dell’acqua stagnante);
  • Rifugi sicuri dove deporre le uova e proteggersi durante le ore più calde;
  • Assenza di predatori naturali.

L’erba alta soddisfa tutti questi requisiti. Quando il verde pubblico non viene tagliato regolarmente, si creano microhabitat umidi, poco ventilati, perfetti per la sopravvivenza delle larve di zanzara.

Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità , i luoghi con vegetazione incolta registrano una densità larvale fino al 70% superiore rispetto alle aree mantenute con sfalci regolari.

Quali sono le zone più colpite? I margini stradali, i parchi urbani, i fossi, ma anche le aiuole dei condomini.

I numeri dell’invasione

Un’indagine svolta da Entostudio, laboratorio italiano specializzato in entomologia applicata, ha rilevato che in un’area urbana con erba alta da oltre 3 settimane:

  • Le zanzare Culex pipiens (comuni nelle città) aumentano del 40%;
  • Le zanzare tigre (Aedes albopictus) trovano più facilmente micro-ambienti dove ovideporre;
  • Si registrano casi triplicati di morsi di zecche nei pressi di aree incolte.

E non si tratta solo di fastidio, le zanzare sono vettori di diverse malattie come il virus West Nile, la febbre Dengue e la Chikungunya.

Secondo l’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), il numero di focolai autoctoni di queste malattie è in costante crescita in Europa meridionale – Italia inclusa.

Siamo abituati a pensare che le zanzare proliferino solo nelle pozze d’acqua. In parte è vero. Ma negli ultimi anni le specie invasive, come la zanzara tigre, si sono adattate a condizioni sempre più urbane. Usano piccoli ristagni – tombini, sottovasi, bottiglie abbandonate – e cercano erba alta per proteggersi dal caldo e dai predatori.

Uno studio pubblicato sulla rivista Parasites & Vectors (2021) ha dimostrato che i luoghi erbosi trascurati hanno una capacità portante (carrying capacity) per le zanzare 4 volte maggiore rispetto a un’area falciata con cadenza settimanale.

E gli altri insetti?

Non solo zanzare, l’erba alta è anche l’habitat prediletto di:

  • Zecche: trasmettono malattie come la borreliosi (malattia di Lyme) e l’encefalite da zecche (TBE);
  • Pulci: possono infestare animali domestici e portare parassiti anche all’uomo;
  • Pappataci (flebotomi): vettori della leishmaniosi.

Secondo l’OMS, i flebotomi sono in espansione anche nei centri urbani, proprio grazie al disordine ambientale e alla cattiva manutenzione del verde.

Ma la natura non si difende da sola?

C’è una corrente di pensiero che sostiene che lasciar crescere liberamente l’erba aiuti la biodiversità. È vero, in parte. Ma il concetto di “rinaturalizzazione” urbana richiede progettazione, equilibrio e controllo.

Non basta smettere di tagliare l’erba. Bisogna creare ecosistemi veri, con siepi, piante autoctone, predatori naturali degli insetti (come uccelli e pipistrelli), e una gestione integrata.

L’abbandono, invece, genera disordine ecologico e favorisce le specie infestanti, che sono adattabili e prive di nemici naturali.

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