Saturimetro: cosa tenere in considerazione oltre al prezzo

Tabella dei Contenuti

Il saturimetro o pulsossimetro è un piccolo dispositivo che si applica a pinza sul dito e funziona secondo i principi della spettrofotometria. Ha una sonda e due sensori che emettono raggi luminosi con due lunghezze d’onda diverse e un rilevatore. Basta inserire la punta del dito nel dispositivo e i valori SpO² (saturazione di ossigeno nel sangue), la frequenza delle pulsazioni (bpm) e l’indice di perfusione, se disponibile, compaiono sullo schermo in modo rapido.

Quando la sonda del saturimetro viene posizionata sul dito del paziente, i due raggi luminosi lo attraversano e arrivano al rilevatore che si trova sotto al dito (per questo la forma a pinza). Nel passare attraverso il dito, i raggi luminosi vengono assorbiti dall’emoglobina in modo diverso: l’emoglobina legata all’ossigeno assorbe un fascio di luce, l’emoglobina non legata all’ossigeno assorbe l’altro.

Misurando la differenza tra la quantità di luce emessa e quella ricevuta dal rilevatore, il saturimetro è in grado di calcolare il valore di ossigenazione del sangue in %, che verrà visualizzato su un display di facile lettura, insieme alla frequenza cardiaca e all’indice di perfusione, come rileva con molta precisione il Pulso 100 di Colpharma.

Le patologie che può evidenziare il saturimetro sono in linea generale il peggioramento dell’asma, l’acutizzazione della BCPO o broncopneumopatia cronica ostruttiva, le infezioni polmonari (polmonite, bronchite e branchiolite), l’edema polmonare, l’embolia polmonare e in generale le problematiche respiratorie legate al COVID-19.

SATURAZIONE DI OSSIGENO NEL SANGUE

La saturazione di ossigeno nel sangue (SpO²) definisce la percentuale di molecole di ossiemoglobina calcolata sul totale delle molecole di emoglobina presenti. In altre parole è la percentuale che riguarda il rapporto presente tra l’emoglobina legata all’ossigeno e quella che circola all’interno dei vasi sanguigni arteriosi. Fisiologicamente la saturazione ha valori normali compresi tra il 95 e il 100%. Se si scende sotto al 95% si parla di stato di ipossia, che può essere:

  • lieve, quando i valori rilevati dal saturimetro sono compresi fra il 91% e il 94%;
  • moderata, quando il saturimetro rileva valori compresi fra l’86% e il 90%;
  • grave, quando il saturimetro segnala valori uguali o inferiori all’85%.

La saturazione di ossigeno nel sangue può oscillare o subire dei cambiamenti anche in condizioni normali. Questo accade perché i parametri di saturazione possono variare in base alle seguenti caratteristiche:

  • Età
  • Qualità respiratoria
  • Presenza di patologie polmonari
  • Fumatori

In ogni caso il problema sorge nel caso in cui la saturazione valori normali scendano vertiginosamente nel giro di pochi minuti (oppure ore). In tal caso è fondamentale contattare un medico che possa stabilirne le possibili cause e intervenga di conseguenza.

FREQUENZA CARDIACA

La frequenza cardiaca, uno dei parametri vitali fondamentali insieme alla temperatura corporea, la pressione arteriosa e il ritmo respiratorio, corrisponde al numero di pulsazioni o battiti che il cuore pompa in un determinato periodo di tempo, tendenzialmente 60 secondi. Viene infatti viene misurata come bpm, per l’appunto, battiti al minuto. In condizioni normali la frequenza cardiaca in un adulto sano e a riposo oscilla tra i 60 e gli 85 bpm. La misurazione con saturimetro avviene per mezzo di un LED la cui luce, con due diverse lunghezze d’onda, attraversa il dito e viene misurata da un apposito lettore fotoelettrico. La luce nel suo passaggio attraversa il dito, viene attenuata dai tessuti, ossa, pelle, sangue venoso che sono assorbitori di luce costante. Solo il sangue arterioso è un assorbitore di luce variabile e permette la valutazione del SpO².

INDICE DI PERFUSIONE

L’indice di perfusione varia da 0,02% (intensità molto debole) al 20% (intensità molto forte), più l’intensità è alta e più appropriato è il dato della misurazione dei parametri SpO² e bpm (pulsazioni cardiache /battito per minuto), ovvero a un numero maggiore corrisponde un sito con buone condizioni di perfusione. Maggiore perfusione (afflusso di sangue) implica un segnale più intenso e affidabile. L’indice varia da paziente a paziente e nello stesso paziente varia a seconda del sito di rilevazione. Inoltre l’indice di perfusione non ha alcuna correlazione con i valori di frequenza cardiache e saturazione d’ossigeno.

Riassumendo, il punto del corpo in cui si ha il più elevato valore dell’indice di perfusione è il luogo ottimale per la rilevazione dei parametri SpO² e bpm (pulsazioni cardiache /battito per minuto).

GLI ERRORI DA EVITARE DURANTE LA MISURAZIONE

Il pulsossimetro è suscettibile ad errori se per esempio, la sonda non è posizionata correttamente o se il paziente muove la sonda. Inoltre, lavorando con fasci e raggi luminosi la luce dell’ambiente circostante è considerato un “rumore” e quindi un disturbo. Pertanto, è importante minimizzare la quantità di luce ambiente che cade sul rivelatore. Allontanarsi da forti fonti di luce. Si può anche cercare di coprire la sonda e dito con un panno.

Ci sono altre condizioni non ottimali in cui il saturimetro può riportare ad errori di lettura che possono falsare i risultati. Per questo è necessario:

  • verificare che il polpastrello sia caldo;
  • eliminare lo smalto per unghie, in particolare quello nero, blu o verde, che scherma le lunghezze d’onda generate dalla sonda rendendo imprecisa la misurazione, così come l’applicazione di unghie finte;
  • abbassare la mascherina; se si mantiene la mascherina indossata l’ossigenazione è al di sotto di 90;
  • evitare i movimenti quando si usa il saturimetro, inclusi brividi, starnuti, colpi di tosse, ecc., che possono creare mancate letture dell’onda pulsatile;
  • cambiare le pile in dotazione, potrebbero essere scariche.

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