Mal di orecchio: come prevenirlo e rimedi efficaci

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L’otalgia può avere molte cause e, se non viene diagnosticata e trattata correttamente, rischia di diventare un problema serio.

Capita, soprattutto d’inverno di avvertire dolore alle orecchie: gli sbalzi termici della stagione fredda, infatti, favoriscono le infezioni, che sono le cause più frequenti di otalgia. Come per molti altri sintomi, il mal d’orecchie richiede cure specialistiche. Nell’attesa della diagnosi, meglio non affidarsi al web o al passaparola per azzardare automedicazioni che possono complicare la situazione o acuire il dolore. Qualche esempio? In letteratura sono riportati casi di perforazioni del timpano conseguenti all’uso di candelette di cera per liberare l’orecchio tappato. Altrettanto nocivo è l’inserimento in autonomia di farmaci in gocce, magari utilizzati in passato. Oltre a essere molto probabilmente inadeguati perché manca la diagnosi medica, l’utilizzo di queste medicazioni può ulteriormente danneggiare il quadro clinico, oltre a causare un forte e istantaneo dolore appena applicati.

La visita specialistica, quindi, è il primo passo per capire quale tipo di otalgia si soffre e, di conseguenza, intraprendere il percorso terapeutico corretto. Per individuare l’origine del problema, di prassi, si procede con l’anamnesi e con l’esame otoscopico, meglio se eseguito con il microscopio (ovvero l’osservazione diretta, assolutamente indolore, con uno speciale strumento del condotto uditivo e della membrana del timpano), che permette di individuare l’eventuale presenza di un tappo di cerume e le varie forme di otite. In più si effettuano di ruotine l’esame audiometrico, per valutare la funzione uditiva e il test impedenziometrico, che permette di accertare la corretta funzionalità della tuba di Eustachio. Se i test non rilevano nulla di significativo, si presuppone che l’otalgia sia riflessa, o secondaria. In questi casi il dolore può derivare da problemi in strutture vicine all’orecchio, in particolare nella gola e nella zona mandibolare, e raggiungere l’organo uditivo tramite la rete nervosa.

Tipici esempi di otalgia secondaria sono le disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare legate a una malocclusione dentale, come il bruxismo, ossia la tendenza a digrignare i denti: il dolore si avverte soprattutto quando si apre o si chiude la bocca oppure si addenta un cibo molto duro. Per far cessare il fastidio è necessario trattare e prevenire il problema a monte, con cure specialistiche, come l’adozione di specifici bite prescritti da un chirurgo maxillo-facciale o da un odontoiatra. Anche i più comuni problemi dentari, a partire da una semplice carie, possono manifestarsi con un’otalgia, perché la componente sensitiva dell’orecchio e del cavo orale sfruttano la stessa via nervosa, quella trigeminale.

Altre volte il mal di orecchi può essere scatenato da una malattia alla gola. Potrebbe essere la spia di una tonsillite, quando l’infezione ha infiltrato il tessuto muscolare o se c’è un ascesso, mentre se la persona non è più giovane e il problema persiste, non va mai sottovalutato, perché soprattutto nei fumatori, può essere il segnale precoce di un cancro alla laringe o alla faringe. Attenzione anche a una forma di dolore acuto provocato dall’inquinamento acustico, normalmente più diffuso tra i giovani, più avvezzi all’ascolto di musica ad alto volume e alla frequentazione di concerti e discoteche. I rumori che superano gli 80 decibel possono danneggiare le cellule ciliate dell’orecchio, quelle deputate alla percezione dei suoni, provocando fitte e ipoacusia. Per questo è fondamentale proteggere l’udito, per esempio regolando il volume degli auricolari non oltre i 40-50 decibel ed evitando le cuffie chiuse, perché trattengono anche le frequenze più alte, maggiormente dannose.

Quando l’otalgia non è riflessa si è in presenza di un’otite, ossia un’infezione di una delle parti dell’orecchio (esterna oppure media, l’interna è rarissima) che di solito è causata da virus o da batteri. L’otite esterna è sostanzialmente un’infezione della pelle del condotto uditivo e talvolta del padiglione auricolare che si arrossa e si gonfia. I sintomi sono prurito e fitte dolorose che si accentuano con la pressione del padiglione auricolare. Talvolta si può notare un abbassamento dell’udito. Può insorgere per cause diverse, tra le quali la più banale è la presenza di un tappo di cerume, che può irritare per contatto la cute del condotto, facilitando l’infezione. Di solito si scatena dopo bagni al mare o in piscina, per il ristagno dell’acqua che favorisce l’infiammazione e quindi l’attecchimento di germi, generalmente batteri o funghi.

Nell’otite esterna la prassi richiede l’esecuzione di un tampone, per individuare il germe responsabile, poi si passa alla terapia, che prevede l’applicazione di gocce antibiotiche o antimicotiche, a seconda della natura dell’infezione. Se l’otite è sostenuta sia da batteri sia da funghi, la terapia alterna entrambi i farmaci a uso locale. È importante che le cure siano accompagnate da lavaggi con soluzioni disinfettanti prescritte dal medico: un accorgimento necessario anche per favorire la rimozione dei residui di medicamento.

L’otite media coinvolge invece la piccola cavità che si trova oltre il timpano: qui confluisce la tromba di Eustachio, un canale che mette in comunicazione l’orecchio con il naso e che può consentire il passaggio di agenti patogeni responsabili delle infiammazioni delle prime vie aeree. È più frequente nei bambini, ma non esclude gli adulti, e quasi sempre l’otite media è la conseguenza di un’influenza o di un banale raffreddore: l’infiammazione si irradia e colpisce l’orecchio medio, causando edema e la conseguente chiusura parziale o totale della tromba di Eustachio. In genere l’otite media si riconosce perché provoca senso di ovattamento e dolore inteso e pulsante, che tende ad attutirsi quando si deglutisce o si soffia il naso. Spesso si accompagna a una riduzione dell’udito, talvolta a malessere, febbre, nausea e vomito. A volte, la scomparsa di dolore coincide con l’uscita di liquido dal condotto uditivo, simile a pus. Anche se non soffrire più può sembrare una liberazione, non sempre è detto che l’otite sia risolta. Questa evoluzione, se non trattata, può provocare la perforazione del timpano. Se l’esame otoscopico rileva un’infiammazione importante dell’orecchio medio si prescrivono farmaci antinfiammatori e lavaggi nasali decongestionanti che aiutano a ripristinare il corretto funzionamento della tromba di Eustachio.  

PREVENZIONE

Ci sono comportamenti virtuosi e abitudini sbagliate che possono tenere lontano, o al contrario, favorire il mal di orecchie.

SI A….

I lavaggi nasali

I lavaggi nasali aiutano a rimuovere le secrezioni nasali durante i raffreddori e per questo sono una terapia preventiva valida, soprattutto in inverno, in caso di otite media ricorrente. Possono essere utilizzate differenti soluzioni:

fisiologiche :utili per rimuovere secrezioni, polveri, allergeni e prodotti dell’inquinamento, che ostruiscono le prime vie aeree e generano di conseguenza dolore “da ostruzione” alle orecchie.

a base di acqua di mare: appositamente formulati per la pulizia del naso, sia per bambini sia per adulti. L’acqua di mare è ricca di sali minerali e oligoelementi che garantiscono un’azione più lenitiva e decongestionante rispetto alla semplice soluzione fisiologica.

Rispetto agli spray nasali, i lavaggi nasali con le docce nasali che dispongo di nebulizzatore, permettono la diffusione di vapore acqueo nelle narici. Il vapore acqueo penetra nelle cavità nasali e le risale, anche quando sono congestionate dal muco; in questo modo, riesce a liberarle e ripristinare la corretta respirazione. Le docce nasali, come l’Aerosol e Doccia Nasale ad Aria Compressa AIR 50 CARE di Colpharma, grazie all’elevata tecnologia e potenza modificano la consistenza del muco, fluidificandolo e diradandolo in modo omogeneo.

Paraorecchie, cappelli e sciarpe che coprano le orecchie

Indossarli è buon sistema per proteggersi dal freddo, ma soprattutto dagli shock termici, più deleteri perché favoriscono le infezioni. Anche le cartilagini dell’orecchio, le parti esposte all’esterno, possono reagire con dolore alle temperature rigide e agli sbalzi termici tra ambienti indoor e outdoor, perché sono ricoperte da una pelle fisiologicamente sottile e molto sensibile.

Garzine di cotone

Raccomodante per proteggere il condotto uditivo da sostanze dannose o irritanti come le tinture per capelli, vanno appoggiate solo sull’orecchio esterno.

NO A…

Fare sport in zone trafficate

Lo smog è un vettore di agenti irritanti che possono congestionare il naso e di conseguenza le trombe di Eustachio. Per limitare i danni da inquinamento urbano, la regola numero uno è di evitare di iperventilare, per esempio facendo sport o semplicemente andando in biciletta o a piedi a ritmo sostenuto, nelle zone molto trafficate. Per lo stesso motivo è bene evitare il fumo di sigaretta.

Bastoncini di cotone

Sono permessi solo per pulire le parti esterne dell’orecchio. Se infilati nel condotto uditivo, invece, possono favorire la formazione di un tappo di cerume e provocare piccole ferite o abrasioni della sottile cute, agevolando così l’ingresso dei germi. Analogamente, bisogna evitare di grattarsi con dita o altri oggetti in caso di prurito.

Tappi

Durante le nuotate in piscina o al mare vanno usati tappi, possibilmente morbidi, per esempio in silicone, solo su indicazione del medico o solo se il timpano è perforato. Se non si soffre di problematiche particolari, invece, meglio evitarli perché, con lo stesso meccanismo dei bastoncini di cotone, possono lesionare la pelle e favorire la proliferazione di germi. Le stesse indicazioni valgono per i tappi usati per proteggersi dai rumori durante il sonno.

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